Questo e' un serissimo esperimento di sociologia applicata. Scopo: trovare differenze tra culture simili, sul modo in cui e' trattata la donna, sul modo in cui si cerca di vendere l'informazione. Tecnica: web browsing (inglesismo da venditore) nei siti dei maggiori giornali del paese in analisi.
Un solo criterio: nella pagina principale del giornale cercare la o le foto che ritraggono donne; nude, seminude, in posizioni ammiccanti, pornografiche, sexy, che rimadano in qualche modo al sesso; in mancanza di donne, uomini in simili atteggiamenti; immagini in cui il sesso sia esplicito, altrimenti implicito ma presente; il cui messaggio sia comunque legato al sesso, anche di striscio; in mancanza di tali immagini, prendere immagini di donne in cui la superficie di pelle esposta alla foto sia maggiore...
Insomma, cercare il pornografico nella pagina principale del giornale; in mancanza di pornografia, scendere di aspettative fino a prendere il massimo di carnazza esposta, anche solo un collo nudo, una caviglia, un ditino.
Prendere almeno una foto per giornale. Se ce n'e' di piu', prenderne di piu'. E vedere il risultato. Giornali scelti: LeMonde.fr, NyTimes.com, ElPais.es e sopratutto Repubblica.it.
Risultato: Repubblica.it batte resto del mondo di parecchi ordini di grandezza. La carne esposta e i messaggi emanati dalla colonna maledetta alla destra delle notizie non ha eguali. Ovviamente un assaggio dei campioni registati e' disponibile qui attorno.
Da notare l'interesse per i glutei mostrati in molte pose, l'uso del corpo della donna per richiamare la bestia che e' dentro il lettore maschio stanco di sentir dire che gli operai muoiono sul lavoro e che campi rom sono bruciati. Glutei e capezzoli sono li' per i lettori, affianco a Bush che ordina una guerra, alla borsa che crolla, al papa di domenica, nulla importa, ci sono solo quei bei corpicini a distrarre lo sguardo e solleticare l'inguine. Meritevoli di attenzione sono i titoli che accompagnano tali grafiche. "La signora Briatore in copertina, magazine fa il pieno di vendite", "Eleonora e Barbara Berlusconi i tuffi delle sorelle sono un cult", "Arriva Jenna zombi spogliarellista". Dificili da perdere.
Veniamo invece alla risposta della stampa straniera all'algoritmo utilizzato per scegliere foto (ripeto, nella home page). Ecco il risultato sui giornali stranieri. Pare ridicolo il confronto, quasi teenageriale, ma questo e'. A volte l'unica tentazione carnale si risolve in una vignetta, o in un tennista eroe nazionale. Densita' di capezzoli non rilevabile.
Conclusione: i giornali stranieri sembrano indicare che per vendere un giornale (che in rete significa renderlo appetibile per successive visite) non sia necessaria l'esposizione del corpo nudo in immagini che richiamano al sesso volgarmente o meno. Repubblica (ma anche il corriere.it) non ci crede. In Italia l'informazione seria di questo giornale va di pari passo con i glutei della Marini. Quello che disturba e' che Repubblica.it dimentica una cosa importante: in internet si e' liberi di scegliere. Andando su un sito di informazione nazionale (in cui si trovano articoli elaborati e seri) il lettore non sta scegliendo di consumare il prodotto che passa sotto il nome di pornografia, non importa se il termine non e' quello corretto. E' libero di farlo semplicemente scegliendo un altro indirizzo, che di tali indirizzi ne e' piena la rete.
Non fraintendete quest'esperimento, non si tratta di bacchettonaggine. Non e' la pornografia il punto qui. E' la strategia di quel giornale, e' la serieta' di quel giornale, che alla fine rispecchia quella del paese. E' una vetrina per tutti noi. Non sono i culi il problema, ma i culi in quella posizione, vicino al primo ministro, vicino al papa, vicino a una guerra, a un commento importante. Perche' sono li? Perche' quella vetrina? E' l'italiano che compra di piu' se ci sono tette al vento o sono loro che ci modificano dall'alto geneticamente? Servono davvero? Ma esiste playboy.com! la latinita'? E in Spagna allora, dove il massimo dell'eros e' il sudore di Nadal? Manco si puo' dare, almeno direttamente, la colpa a Berlusconi stavolta, trattandosi di un giornale di opposizione e non di Panorama.
Io posso dire che di noi gli stranieri che ho conosciuto ridono vedendo quella home page, e semplicemente non capiscono come una velina possa diventare ministro delle pari opportunita'. Ma le donne che pensano? Non e' che vorrebbero piu' uomini in quella colonna vero?