October 28, 2007

Guerra civile spagnola, chiesa cattolica e Pavarotti

La guerra civile in Spagna fu un momento parecchio importante per la storia dell'ultimo secolo: per semplificare un quadro che invece fu complessissimo (anche perche' non ho le conoscenze adeguate), si scontrarono in scala ridotta (ridotta relativamente, visto che a morire furono intorno a un milione di persone) quelle rivalita' che poi combatterono la grande guerra (nazionalismo fascismo contro socialismo comunismo). Quello che comunque successe fu che nel '36 Franco tento' un golpe contro la seconda e legittima repubblica spagnola e non riuscendoci immediatamente, trascino' il paese in tre anni di guerra ('36-'39), fino alla vittoria e all'istaurazione di un regime dittatoriale, finito solo con la sua morte nel 1975.

In quei tre anni la Spagna fu un campo di prova, dove tutte le ideologie potevano trovare spazio, armi e nemici. Tra le piu' influenti c'erano la russia comunista da un lato e i nazifascisti con la chiesa cattolica dall'altro. Inghilterra e Francia di conseguenza, invece, non mossero un dito per paura della germania nazista. La chiesa, dal canto suo, non nascondeva minimamente il suo appoggio per il militare Franco che avrebbe riportato il paese a quote piu' "normali". La seconda repubblica prima del golpe infatti aveva nettamente tagliato la chiesa dalle cose della politica ("Espana ha dejado de ser catolica" disse Manuel Azana capo del governo legittimo nel 1931). Era diventato uno stato assolutamente laico: stato e chiesa separati, sussidi ai religiosi aboliti, introdotto il matrimonio civile e il divorzio, l'educazione non doveva avere piu' carattere religioso, i gesuiti messi al bando. La svolta, in modo che non so se definire ironico segno del destino o terribilmente premonitore, fu definita dal cardinale Pedro Segura y Saanez "un severo golpe".

La chiesa non poteva sopportare tale prevaricazione, naturalmente. L'alleato militare che si ispirava a dio non poteva che essere un naturale strumento per riportare l'ordine che dio voleva in terra di spagna (li come in altri momenti, ci sarebbe voluto davvero un segno divino che indicasse cosa il sempreterno davvero voleva, sempre che fosse interessato al dibattito, certo). La guerra civile prese cosi' immediatamente carattere religioso oltre che politico, e fu tra l'altro il periodo degli assassini brutali dei rivoluzionari antifranchisti verso uomini di fede cattolica, assimilati ai nemici militari, chiese e cattedrali finirono distrutte, insomma una vera guerra civile sanguinaria tra compatrioti con idee e fedi opposte. La sofferenza e' impossibile da pesare e quantificare, quindi e' stupido dire chi abbia subito di piu' in quel periodo tra i repubblicani e i golpisti. Era una guerra, con morti e violenze vere da entrambe le parti.

Quello che e' importante, perche' lo si puo' fare, e' pero' mettere in chiaro le posizioni. L'11 Luglio 1937 i vescovi spagnoli pubblicarono un testo in comune, in cui appoggiavano direttamente il Movimiento Nacional di Franco, come "unico mezzo per riconquistare la giustizia, la pace e i beni che da essa derivano ... Movimiento nacional unica speranza della nazione intera". La guerra politica era diventata una guerra religiosa, una crociata, in cui Franco figurava come "strumento dei piani di Dio in terra" (cardinale Goma'). Il problema, che forse non viene detto abbastanza, era che nelle file dei repubblicani "senza dio che lottavano contro la vera Spagna e contro la religione cattolica" (ancora il cardinale Goma'), vi erano molti cattolici, sopratutto provenienti dai paesi Baschi, di cultura cristiana. Quindi cattolici repubblicani contro cattolici fascisti, la situazione era davvero intricata. Il filosofo francese Jacques Maritain scrisse delle barbarita' commesse dai franchisti nelle provincie basche contro cattolici: "la guerra santa odia piu' ardentemente degli infedeli quei credenti che non la servono".

Quindi dove stava il carattere del salvatore della cristianita' che dipingeva la chiesa in Franco? Forse nel saper scegliere bene chi era cristiano buono e chi no. Insomma, la religione, o meglio la fede quella che uno sente in maniera molto personale e intima, centrava poco, tutto era becera politica, rapporti di potere per cose squisitamente materiali. Le vittime cattoliche in campo franchista quanto repubblicano (preti e monache che morirono per la loro fede) furono sopratutto vittime politiche, impersonificavano il nemico per i repubblicani, erano traditori per i fascisti. Ma cio' non toglie che essi morirono davvero per e a causa della loro fede. E che di queste morti ce ne furono in entrambi i campi, per persone che avevano scelto la loro parte, o in nessuno dei campi, per religiosi che invece uno schieramento non l'avevano scelto, ma si trovarono a impersonificare il nemico agli occhi degli insorti antifranchisti.
Quindi.

Quindi il gesto della chiesa cattolica di oggi 28 Ottobbre, gia' iniziato da Giovanni Paolo II, di iniziare il percorso alla beatificaziopne per quasi 500 tra martiri (perche' morti per la loro fede) di quella guerra, lascia perplessi. Primo, la giornata e' l'anniversario della marcia fascista su Roma. Anche se fosse solo una coincidenza, non giova all'immagine della chiesa cattolica una tale svista, che avvicina invece di allontanare come dovrebbe essere il concetto della santa sede terrena con la politica umana, politica sopratutto intransigente dittatoriale fascista. Il mio consiglio ai cattolici che tengono alla loro chiesa e' che se essa vuole riguadagnare il rispetto che pensa meritare, deve riuscire in primissimo luogo (ancora prima della pedofilia interna, degli scandali finanziari tipo Calvi, dei problemi legati alla loro definizione di rispetto della vita -preservativo, aborto, cellule staminali, inseminazioni varie ed eutanasia- o delle ingerenze piu' o meno forti nella vita di uno stato laico) a apaccare l'equazione "chiesa cattolica = fascismo", che visite di papa Woytila a Pinochet e gesti come questo della beatificazione certo non fanno.

La chiesa e' sempre attentissima al messaggio che una sua azione puo' dare all'opinione pubblica. Un buon esempio di questo periodo si trova su famiglia cristiana n.38 (23 sett.2007) (ma io l'ho trovato qui) in cui un prete risponde a un lettore che chiedeva come mai a Pavarotti, divorziato e convivente, furono dati i funerali religiosi, mentre a Welby, cattolico professante ma non d'accordo con la dottrina a proposito di eutanasia, furono negati. Chiesa forte coi deboli e debole coi forti? La risposta e' questa: "La decisione di celebrare in forma religiosa e solenne i funerali di Pavarotti ha provocato scandalo in alcuni fedeli. E' ipotizzabile che le autorita' ecclesiastiche l'abbia previsto. Probabilmente hanno valutato che non concedere il funerale religioso ad un personaggio cosi in evidenza sul palcoscenico del mondo sarebbe stato uno scandalo ancora maggiore ... Una scelta di opportunita' pastorale non mette in discussione la dottrina ecclesiale".

Una piccola lettera, ma ricca di parole chiave: valutazioni, opportunita' pastorali, palcoscenico del mondo. La chiesa e' forte in comunicazione, in marketing. Quindi tutto deve essere preso seriamente nei suoi mesaggi. La marcia su Roma e la beatificazione di morti in una guerra civile. Non so per certo, perche' non sono riuscito a trovare chiare informazioni, se tra i beati spagnoli di oggi ci siano sacerdoti che chiaramente appartenevano al fronte opposto, repubblicano antifranchista. Sicuro morirono al grido di "viva Cristo re" (Repubblica), il che con la parolina "re" buttata li, non fa ben pensare. Inoltre il papa dice di questi martiri: "che hanno pagato con la vita la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa". Fedelta' alla chiesa, quindi forse peggio. Infatti se ci sono solo morti di una parte (quella fascista), la cosa e' grave: non solo la fede per cui sono morti li ha beatificati, ma soprattutto l'appartenenza politica. La beatificazione e' funzione della politica, chiesa = fascismo reggerebbe ancora. Se invece ci sono anche per esempio sacerdoti baschi delle file dei republicani, la cosa e' meno grave, ma avrebbe dovuto essere chiarito molto meglio che morti di entrambe le parti, morti per la loro fede punto, sono stati scelti come esempio per tutti noi. Perche' altrimenti il mesaggio che ci mandano oggi ("non possiamo accontentarci di un cristianesimo vissuto timidamente", cardinale Saraiva) e' che dobbiamo restaurare attivamente la dittatura, unico strumento di dio in terra! Spero nella ragionevolezza dei cattolici, che so che posseggono. Strano che il papa sembrava aver capito molto chiaramente il problema :

"La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non
riescono piu' a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il
piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il
cristianesimo ufficiale, sembrano per lo piu' ostacolare il vero spirito del
cristianesimo". Joseph Ratzinger.


REF.
Repubblica.it
Corriere.it
it.wikipedia
en.wikipedia
es.wikipedia
salamelik

4 comments:

Anonymous said...

Ormai gli unici valori cristiani che difende la chiesa sono la lotta contro l'omosessualità e la lotta contro l'eutanasia.
E la solidarietà? E la tolleranza? E l'accoglienza? E il ricco, il cammello e la cruna dell'ago?
Niente, persi nei meandri del potere vaticano.

Unknown said...

come dici rutz, gia', ma spero sempre nella ragionevolezza della parte opposta, sopratutto di questa. Le persone al potere sono sempre diverse da chi sta alla base, il fatto e' che in democrazia in teoria va bene, le si caccia, ma in teocrazia non so bene come si fa, si aspetta che il sempreterno si esprima?...

Anonymous said...

articolo di parte 700 preti e suore furono uccisi anche prima dell'inizio dell aguerra civile, fu una lotta contro il comunismo per l aliberta' della fede..

Anonymous said...

7000 preti e suore, migliai di chiese distrutte