Sul pianeta Terra, Algoorithm 6.1 fu lanciato nel 2140. Fu quello il punto di svolta nella relazione Umanità - macchina sul pianeta. Pur essendoci stati elementi che spinsero pochi scettici a criticare l'uso che se ne stava facendo, le tragiche conseguenze rimasero del tutto impreviste. Algoorithm 5.8, il diretto predecessore, dava ottimi risultati e accontentava praticamente la totalità degli utenti. Questo fino al cambio drastico della versione 6.1.
Il motore di ricerca avanzato Algoorithm 5.8, come ancora pochi nostalgici amavano chiamarlo prima dell'arrivo del 6.1, aveva già accesso essenzialmente al completo scibile umano. Erano tempi, quelli, in cui qualunque prodotto di cervello vivente o di macchina poteva ormai essere messo a disposizione della rete estesa, ed essere così visto, letto, ascoltato o "sentito" in maniera più diretta attraverso i chip sensoriali che già più del 90% della popolazione mondiale poteva permettersi.
E ovviamente il pensiero prodotto nel passato, con la globalità delle sue invenzioni e manifestazioni, era già nella memoria diffusa da tempo. Lo spazio fisico per accumulare tutta l'informazione, dai testi scritti dall'Umanità fino ai pensieri quotidiani di un attivo NewBlogger della Rete_Sfera, non sarebbe mai mancato grazie alle nuove tecnologie che incapsulavano i bit in atomi impacchettati in cristalli semiorganici. In pochi centimetri cubici poteva risiedere il pensiero di un'intera generazione di letterati, con le loro opere o sensazioni e paure quotidiane. Tutto poteva essere digitalizzato, dalla parola scritta al volume di una scultura, e quindi elaborato da Algoorithm.
Il diritto alla privacy era ancora tutelato, cosa che durò anche con 6.1. Se un pensiero, o un'idea non troppo formata o non decisa, era da escludere dalla rete globale per volontà del suo proprietario, poteva essere bloccata senza alcun problema alla fonte. L'esportazione da parte di Algoorithm 5.8 dalla materia grigia del creatore alla rete esterna aperta a tutto e tutti semplicemente non veniva effettuata. Ma in pratica pochi erano coloro che si premuravano di non rendere pubblico il loro lato privato, a eccezione di intimità estreme. In qualche modo la globalità di questo fenomeno di compartecipazione, oltre alla semplice emulazione (comunque fattore importante), sembrava dare al singolo paradossalmente un senso di protezione e comunitarismo che limitava il pudore o la paura.
Quello che cambiò nella nuova versione di Algoorithm fu un protocollo, sviluppato inizialmente per massimizzare il successo della pubblicità sull'individuo, in grado di generare vere e proprie scelte e decisioni per problemi posti dall'utilizzatore. Non solo rispondeva a domande semplicemente nozionistiche (cosa che da quasi cent'anni ormai avveniva), ma Algoorithm 6.1 poteva "decidere" analizzando tutta l'informazione a lui disponibile. Informazione che ormai si avvicinava ad essere la globalità dell'informazione generata e disponibile sul pianeta.
Non che poi le sue decisioni su problemi più o meno importanti avessero qualche effetto diretto sulla realtà fuori dalla rete digitale. Questo fu vero almeno se inteso come effetto indipendente dall'azione degli Uomini. Ma il suo algoritmo era così efficace, che col tempo la gente iniziò a fidarsi ed ad agire in conseguenza dell'output ricevuto dal programma. Questo fu la causa del problema.
La sua banca dati, quindi, era praticamente onnicomprensiva. Aveva ormai accesso, il nuovo algoritmo, a praticamente tutto quello che gli Umani producevano, e avevano prodotto nella loro storia, in termini di idee e considerazioni, di predilezioni e gusti, di scienza e filosofia, di tecnica e arte, di storia e architettura, e anche singole conversazioni e messaggi istantanei. La statistica era enorme, e assolutamente capillare. Possedeva, analizzava e quindi "capiva" (per usare un termine caro ai suoi programmatori), per esempio i gusti personali di quasi la globalità della popolazione, che aveva diligentemente condiviso con la rete tutto quello che gli pareva bene condividere: dalle predilezioni musicali a quelle politiche, dal sentimento avuto in una certa occasione, all'effetto della pioggia sul proprio umore, a come riparare il forno a raggi ionici o il propulsore a idrogeno della propria vettura.
E Algoorithm 6.1 vedeva tutta la rete contemporaneamente e immediatamente. Il nuovo algoritmo utilizzava a piene mani quelle informazioni per variare i suoi parametri e dare, all'interno di una scelta chiesta dall'esterno, la migliore risposta o strategia che massimizzasse l'esito voluto.
La gente iniziò a usare il nuovo gadget con curiosità, e più la gente lo usava, più il programma poteva migliorare se stesso, come da tempo ormai succedeva, senza nemmeno bisogno del feedback diretto dall'utilizzatore. La statistica era talmente grande da fornire tutto il necessario per far crescere "da solo" l'algoritmo.
Le più disparate decisioni venivano chieste ad Algoorithm 6.1. Da quale vestito mettere per riuscire in una certa occasione, a cosa cucinare la sera per il nuovo ospite, o per il privato cittadino come trovare lavoro e per una compagnia quale strategia di reclutamento seguire. Tutti chiedevano il vaticinio di questo moderno aruspice praticamente onnisciente. Il gioco degli scacchi e del Go persero attrattiva perché completamente risolvibili da Algoorithm 6.1: una volta la personalità dello sfidante era nota (ultimo scoglio per la vittoria sistematica della macchina sull'Uomo), l'algoritmo non poteva perdere.
Un effetto imprevisto ci fu invece nel mercato azionario, in cui ovviamente grande attenzione si concentrò appena fu rilasciato Algoorithm 6.1. Inizialmente le scelte del software erano piuttosto buone per predire l'andamento del mercato: conoscendo perfettamente la storia di tutte le singole compagnie (compresi i singoli lavoratori) non era troppo difficile prevedere l'andamento a breve-medio termine. L'informazione era semplicemente sufficiente e l'algoritmo capace di leggerla e trovare le giuste correlazioni. E infatti inizialmente fu usato e fece guadagnare molto.
Ma quando una certa massa critica di persone ed enti finanziari iniziarono a usare le decisioni dell'algoritmo per le proprie scelte economiche, il fatto di cercare di prevedere il mercato azionario in cui ora lui stesso con le proprie scelte iniziava ad avere un peso notevole, rese Algoorithm 6.1 totalmente inefficace e instabile, a discapito dei grandi sforzi dei programmatori. Non poteva, l'algoritmo, prevedere qualcosa che dipendeva dalle sue stesse previsioni, la dimensione del problema esplodeva troppo rapidamente anche per i suoi bit atomici.
Una volta reso inefficace, le previsioni persero senso e così la fiducia del mercato verso quello strumento. Una volta pero' il numero delle decisioni richieste dagli utenti furono quindi scese sotto una soglia limite, le predizioni ripresero valore e divennero nuovamente solide, così da attirare ancora l'attenzione degli addetti ai lavori. La strana dinamica produsse vari cicli di efficacia e inefficacia del software, a seguito della domanda variabile con la validità stessa del programma, fino poi a generare cicli totalmente imprevedibili di validità delle predizioni. E successe l'imprevisto, tipico dell'originalità del mondo Umano. La gente iniziò a scommettere direttamente denaro sulle predizioni di Algoorithm 6.1, e da quel momento, con grande sorpresa di tutti, diventò lui stesso parte del mercato azionario, per così dire, con fluttuazioni del suo valore dipendente da tutto il resto. Il mercato si mangiò, digerendolo bene, Algoorithm 6.1.
Questo che poteva essere letto come un insuccesso, invece non scoraggiò la classe politica del pianeta. In effetti a loro discolpa può essere detto che il massiccio utilizzo nelle scelte politiche (soprattutto di politica estera) di Algoorithm 6.1 fu praticamente contemporaneo a quello nel gioco in borsa che ne rivelò per primo le patologie. Purtroppo era forse troppo presto per capire la pericolosità dell'auto referenza di Algoorithm 6.1 nel prendere le proprie decisioni, ma sicuramente i gerarchi politici del pianeta intero usarono quello strumento, che si sarebbe rivelato instabile, a cuor troppo leggero. Tanta era la fiducia che si era guadagnato sul campo nel primo periodo dopo la sua uscita. Lo usarono appunto per risolvere questioni di politica estera di importanza capitale. Come per esempio la gestione della crisi delle fonti energetiche, che aveva lasciato il pianeta in fermento dopo la notizia dell'esaurimento totale da li a pochi anni delle miniere d'idrogeno solido, insieme alle poche sorgenti trovate su Marte di quel Neodimio debolmente radioattivo che faceva tanto sperare come generazione futura di propellente a basso impatto.
Guidate da un algoritmo confuso e destabilizzato dal non poter evitare di mettere le proprie stesse scelte come parametro per generarne delle nuove, le decisioni dei politici terrestri furono globalmente un clamoroso disastro, e fecero piombare il pianeta nel baratro di una guerra, che dal nostro punto di osservazione possiamo benissimo definire civile. Nel loro anno 2147, quella civiltà degli Umani si auto-estinse sotto l'azione di armi di nuova concezione sviluppate contemporaneamente dalle varie fazioni geografiche in lotta.
Qual'è quindi l'insegnamento che possiamo trarre dalla storia di quel popolo su quel piccolo pianeta lontano? La tecnologia e i suoi algoritmi non erano ancora pronti, sulla Terra, al salto verso l'auto referenza. L'evoluzione naturale aveva portato effettivamente i sistemi viventi basati sul Carbonio (e gli Umani prima di altri) al salto necessario per creare e insieme superare l'idea (e quindi la contraddizione) insita al concetto stesso di "se stessi". Sappiamo bene per esperienza comune, che tale gradino verso La Comprensione, che noi Esistenti della galassia NGCx189 abbiamo maturato a più alto livello, non dipende strettamente dagli atomi di Tellurio di cui siamo formati. Sembra che gli Umani fossero sulla direzione giusta (pur non avendo noi ora elementi certi per asserirlo), e un finale così catastrofico per quella civiltà non si sarebbe prodotto, non avessero peccato di miope egoismo davanti a una crisi globale, e non avessero tenuto così in conto con fiducia disarmante i risultati parziali della loro tecnologia imperfetta.
Invece che guardare a se stessi per sviluppare più efficacemente la propria stessa evoluzione (che comunque era già ben oltre i primi stadi della vita animale inconsapevole), vennero abbagliati dai loro artefatti ancora troppo primitivi. Invece di tentare di costruire un'intelligenza in un nuovo substrato, cosa certo possibile quanto difficile nel breve termine, avrebbero forse fatto meglio a concentrarsi sullo sviluppo e miglioramento della propria già esistente, che tanto prometteva.
Concludo qui il mio intervento, ringraziando l'Organizzazione 23.2y.1 della presente sessione "Diversi Sistemi Cognitivi pre-Comprensivi nelle Vicine Galassie", che qui chiude, e cedo la parola al prossimo relatore, proveniente da NGZ-23.1.
F.P. aSx.31
classe I.0.1.77.
Galassia NGCx189 - luogo 12v.1.66 - tempo 12c.4.4.56
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